SUBMERGENCE

Un film di Wim Wenders. Con Alicia Vikander, James McAvoy, Alex Hafner, Audrey Quoturi, Celyn Jones, Harvey Friedman, Jess Liaudin, Godehard Giese, Matthew Gallagher, Clémentine Baert, Karim Wallet, Jannik Schümann, Jean-Pierre Lorit, Marie-Anne Cambon Bonavita, Andrea Guasch, Adam Quintero, Julien Bouanich, Thibaut Evrard, Loïc Corbery, Franck Rosazza, Antoine Bouchayer-Mallet, Reda Kateb. Genere Drammatico - USA, Germania, Francia, Spagna, 2017. Durata 112 minuti circa.


Trama

James e Danielle, un cooperante internazionale che in realtà lavora per lo spionaggio britannico e una bio-matematica che studia i fondali degli oceani, s'incontrano su una spiaggia della Normandia e s'innamorano. Dopo la vacanza, lui volerà in Somalia per un'operazione di intelligence che prevede come copertura la partecipazione a un progetto idrico in una zona dominati dagli estremisti islamici, lei invece scenderà nelle profondità del Mar Glaciale Artico per sondare il buio degli abissi: nonostante ciò decidono di restare uniti e promettono di rivedersi. James, però, sarà preso in ostaggio dai jihadisti e Danielle porterà avanti la sua missione preoccupata dal silenzio dell'uomo che ama.

Wenders gira un melodramma sull'amore intenso ma impossibile fra un uomo e una donna divisi dalla storia e uniti da un legame che vive sott'acqua, nel buio del mondo dal quale può risorgere la vita.

Submergence è la moderna versione di un polpettone sentimentale: origine immancabilmente letteraria (è tratto da un romanzo di J. M. Ledgard); ambientazione internazionale tra Europa e Africa; co-produzione che coinvolge americani, tedeschi, francesi e spagnoli; interpreti provenienti anch'essi da diversi paesi (Alicia Vikander è svedese e trapiantata negli Stati Uniti, James McAvoy inglese, Reda Kateb francese di origini algerine); una storia ambiziosa in cui l'amore è un sentimento che supera le barriere dello spazio e comunica con una lingua misteriosa, come una luce che si oppone al buio del nostro tempo.

Il fatto che sia diretto da Wim Wenders è quasi un dettaglio, se non fosse che l'ex grande regista tedesco, tra primi piani languidi e lunghe, scolastiche sequenze a montaggio alternato, prova a riprendere le riflessioni intellettuali dei suoi film più celebri. Soprattutto nella prima parte di Submergence, le riflessioni dei personaggi sembrano provenire da Fino alla fine del mondo, dall'utopia di una visione a occhi chiusi che dischiuda all'umanità il segreto di uno sguardo nuovo.

Danielle (Vikander) studia la zona "adopelagica" degli oceani, cioè i chilometri di oscurità degli abissi, la zona del «non visto», dice, «l'altro mondo nel nostro mondo» a cui appartengono la vita e la sua rigenerazione. Lo scopo della sua immersione (in inglese submergence) è dunque lo studio di un mondo ignoto che potrebbe dare all'umanità la speranza di una rinascita: dalla sua conoscenza prenderebbe vita anche il legame con il suo uomo perduto nel mondo, come il film non manca di far notare grazie ai raccordi di sguardo fra le inquadrature che ribadiscono la distanza e al tempo stesso l'unione dei due innamorati impossibili.

L'acqua e il buio sono gli elementi che tengono in vita il sentimento fra Danielle e James, ma ciò che per lei è vita e conoscenza, per lui (McAvoy) è al contrario morte e fede cieca. Il buio di cui egli si occupa è di un altro tipo, è il buio nella mente dei jihadisti (rappresentati dal leader interpretato da Kateb e da un medico che sancisce la resa della scienza al pensiero religioso), è il buio della prigionia in cui è rinchiuso, il fascino sinistro per un il pensiero islamista che cerca di indottrinarlo. L'amore in questo film è invisibile e profondo, laddove in superficie la storia e la terra portano solamente morte e distruzione.

Nelle intenzioni di Wenders e dello sceneggiatore Erin Dignam, in Submergence le riflessioni filosofiche sull'immagine e sulla realtà dovrebbero fondersi con la trama da melodramma commerciale, ma come a dimostrare l'ormai acquisita incapacità del regista di inserirsi nelle modalità del cinema contemporaneo (cosa evidente anche in Ritorno alla vita), il film, per quanto attuale, resta come una creatura dalle tante anime e paradossalmente senza vita, troppo didascalico, mai emozionante, meno che mai credibile.